Il Liceo Tedone conquista il gradino più alto del podio alla XXXVI edizione del Certamen Horatianum

Il primo premio va a Vincenzo Diaferia, per la migliore traduzione di un’ode oraziana nella “sezione licei scientifici”

“Partecipare al Certamen Horatianum è stata un’esperienza insolita, o quantomeno diversa da altre competizioni di carattere scientifico, a cui ho spesso preso parte. Tuttavia, si è rivelata altrettanto stimolante e utile sul piano formativo e personale. Grazie ad essa, infatti, ho potuto confrontarmi con molti altri studenti miei coetanei, provenienti da varie regioni d’Italia. Questa esperienza, inoltre, mi ha permesso di mettermi alla prova in un campo diverso da quello scientifico, ma ad esso complementare, quello della traduzione ed interpretazione di un testo latino, a dimostrazione del fatto che il liceo deve fornire una preparazione globale, coniugando sapere scientifico e umanistico. Mi sento, dunque, di ringraziare innanzitutto la scuola e la Dirigente Scolastica, prof.ssa Domenica Loiudice, che mi hanno offerto la possibilità di prendere parte ad un’esperienza dall’alto valore formativo e, in particolare, la mia professoressa di latino, Claudia Rutigliano, per avermi fatto scoprire, sin da subito, la bellezza di una lingua tutt’altro che morta”. Vincenzo Diaferia, che frequenta la IV^ I del liceo scientifico Tedone, ha accolto così il brillante risultato conseguito nella gara di traduzione e commento stilistico e storico-letterario di un testo oraziano, disputata il 3 maggio a Venosa, presso il prestigioso liceo “Quinto Orazio Flacco”, diretto dalla professoressa Mimma Carlomagno. Entusiasta la Dirigente Scolastica, prof.ssa Domenica Loiudice, da sempre convinta della necessità di coniugare sapere scientifico e sapere umanistico e di organizzare la scuola come autentico laboratorio di ricerca ed esperienza creativa, in cui valorizzare le potenzialità di ciascun alunno e formare donne e uomini che, attraverso la consapevolezza del passato, si proiettano nel futuro.
Centouno i certaministi convenuti da ogni parte d’Italia e da altre nazioni europee per partecipare alla XXXVI edizione del Certamen. Tra loro ben quattro studenti del Tedone. Insieme a Vincenzo, anche Giorgio Diaferia, della classe IV^ I, ed Eufemia Daraio e Pasquale Cavuoto, della classe IV^ C. Per nulla scontata la entusiasta risposta di tante scuole ad un invito che suona oggi come una chiamata alle armi. Per fortuna, le armi di questi straordinari studenti sono state il vocabolario di latino, una penna e un foglio di carta, sufficienti a cimentarsi con un esercizio che a troppi appare oggi desueto: tradurre nella propria lingua un testo latino. La traduzione – ha sottolineato la professoressa Antonia Piva, già dirigente scolastica del Liceo “Duca degli Abruzzi” di Treviso – non è frutto solo di memoria procedurale, ma è una vera e propria operazione di problem solving, che implica capacità di gestione della complessità. Le ha fatto eco l’ingegner Luca Desiata, ospite d’onore di questa edizione della kermesse venosina, autore di un fortunato volume dal titolo “Il latino per avere successo nella vita”. Non solo gli addetti ai lavori, quindi, riconoscono che la lingua di Orazio continua ancora a parlarci. “Queste manifestazioni – ha sottolineato il prof. Paolo Fedeli, Accademico dei Lincei e presidente della commissione esaminatrice – rafforzano i rapporti con comunità accademiche ed enti del territorio, per sostenere lo sviluppo delle eccellenze, educando le nuove generazioni ad apprezzare la cultura del passato per poter progettare meglio il proprio futuro”. Da oggi nell’Albo Nazionale delle Eccellenze c’è anche Vincenzo. “Non omnis moriar”, aveva promesso Orazio. Il poeta venosino ha mantenuto la parola.
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