Vincere la Sfida ai Cambiamenti Climatici

Con la Chimica Verde 5.0

Possono umanità, natura e tecnologia essere alleate nella lotta al riscaldamento globale?
Questo l’interrogativo a cui i giovani sono chiamati a rispondere rendendosi primi artefici di un cambiamento epocale in grado di coniugare umanità e tecnologie, benessere, resilienza e rispetto dell’ambiente. Lo sviluppo sostenibile come implicazione di quella che l’UE definisce la chimica 5.0 è stato al centro dell’intervento del Prof. Guido Saracco, ingegnere chimico, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Scienze Applicate e Tecnologia del Politecnico di Torino, di cui è stato anche Direttore per due mandati e Rettore.
Il Professore ha messo a disposizione degli studenti la propria attività di ricerca che si focalizza nell’area della fotochimica, della catalisi e della chimica verde, con oltre 500 pubblicazioni all’attivo, tra cui “Chimica 5.0”, edito da Zanichelli di cui si ringrazia Maurizio Bruno per aver reso possibile questo incontro. Con le classi finali del liceo scientifico e delle scienze applicate il Prof. Saracco ha discusso l’urgenza di un’inversione di marcia nello sfruttamento delle risorse terrestri, la necessità di minimizzare i rifiuti e trasformarli in possibilità per rilanciare una vera rivoluzione industriale, la quale partendo dai quattro pilastri dell’Agenda 2030 – ecologico, economico, sociale e istituzionale – punti a salvare il pianeta dalla grave crisi climatica e a eliminare ogni forma di disuguaglianza. La chimica, da sempre al centro dell’innovazione, sta vivendo una profonda trasformazione verso un modello più sostenibile e responsabile. Un nuovo paradigma, definito Chimica 5.0, che si pone l’obiettivo di coniugare la potenza della scienza con il rispetto per l’ambiente e la società contribuendo in modo significativo allo sviluppo sostenibile e trainando il pianeta lontano dal baratro della crisi climatica. Senza ridurre il nostro benessere, bensì mirando a contrastare le disuguaglianze, questo metodo si propone di creare processi produttivi che integrano tra loro diverse tecnologie: dai batteri ingegnerizzati alle bioraffinerie, dai combustibili ed elettricità rinnovabili alla fotosintesi artificiale. Come si legge in un passo del suo libro “Chimica verde 5.0”, una sfida da vincere, “per chi verrà dopo di noi”.
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